Formazione aziendale

Il futuro della formazione in azienda

by Barbara Galiazzo|11 Maggio 21

Formazione aziendale

Il futuro della formazione in azienda

by Barbara Galiazzo11 Maggio 21

La trasformazione digitale prima e la pandemia poi, han reso necessario ripensare non solo le competenze che reputiamo necessarie, ma il processo di apprendimento stesso. In questo articolo andiamo ad analizzare prospettive differenti per comprendere meglio dove è diretto il futuro della formazione in azienda.

Introduzione

Mai come nell’ultimo anno ci è stato richiesto di pensare (e ripensare) ai modelli per trasferire e acquisire nuove competenze in maniera efficace, che sia da remoto o dal vivo, a scuola o in azienda. 

Il mondo della formazione è attraversato da una spinta alla riprogettazione e ricostruzione, animata non solo dalla pandemia in corso, ma prima ancora dalla trasformazione digitale e dalla velocità sempre crescente con cui risulta necessario creare, trasferire e rigenerare nuove competenze e professionalità, dentro e fuori dalle organizzazioni, in maniera sistemica. 

In questo articolo riportiamo una chiacchierata che abbiamo fatto con Valentina De Matteo e Flaviano Celaschi, docenti e ricercatori di design dell’innovazione all’Advanced Design Unit dell’Università di Bologna e Michele Di Blasio, fondatore di Lacerba, per avere un punto di vista diverso ma complementare sulla formazione di oggi e per ricevere qualche spunto per innovarla domani. 

Per parlare di innovazione della conoscenza siamo partiti da un’iniziativa che ci ha visto tutti coinvolti e che ha consentito di raccogliere centinaia di casi studio e testimonianze internazionali sui modelli di formazione: il Future Design for Knowledge Innovation Symposium. Un simposio internazionale organizzato e promosso dall’Advanced Design Unit di Bologna, e di cui Lacerba è membro del Comitato Scientifico.

Da dove nasce l’idea di ripensare il modo di fare formazione?

La congiuntura pandemica ha accelerato la necessità di ripensare il modo di distribuire, produrre e rigenerare la conoscenza. Le tensioni che ancora oggi animano istituzioni, scuole e aziende sono diverse ma complementari: 

  • mentre il mondo della ricerca e delle organizzazioni si chiede come fare a creare processi, modelli di lavoro e spazi che favoriscano e abilitino la diffusione di conoscenza,
  • i formatori, docenti, gli instructional designer si chiedono quali strumenti e pratiche acquisire per capaci, in primis, di comprendere e creare questi nuovi modelli di apprendimento. 

Il Future Design for Knowledge Innovation Simposium nasce per far parlare queste tensioni ed è volto ad identificare e disegnare nuovi modelli di apprendimento e di trasferimento delle competenze. Obiettivo è far convergere punti di vista diversi, per co-creare in maniera efficace nuovi modi di fare formazione, sradicando i modelli tradizionali e ricostruirli da zero: dalla progettazione, alla produzione, all’erogazione, alla rigenerazione della conoscenza stessa.

Stato dell’arte: tra nuove competenze e nuovi modelli da acquisire

Da quali aspetti partire per avviare un processo di trasformazione del modo di trasferire competenze in azienda? Dagli esiti del Simposio, dalla letteratura e i case studies raccolti, abbiamo riassunto i principali driver di cambiamento su cui la formazione si sta muovendo e che rappresentano ad oggi le tematiche di intervento più urgenti:

  • Il ruolo dello studente, sempre più “produttore”: i modelli di apprendimento a cui siamo stati abituati prediligono piani di sviluppo spesso “calati dall’alto”, che ci richiedono poca partecipazione in fase di scelta e selezione delle competenze da imparare, spesso limitate dal ruolo che si ricopre in azienda. Il mercato dinamico di competenze e professionalità, sta rendendo questo approccio sempre meno sostenibile ed efficace per le aziende e funzioni L&D, richiedendo di contro una maggiore autonomia e indipendenza da parte del learner nella selezione delle competenze e nella produzione del proprio piano di crescita.
  • Imparare sempre più vicino al fare: i modelli di scuola e università che noi abbiamo frequentato, ci presentano spesso apprendimento e applicazione come momenti separati (“prima imparo e poi posso mettere in pratica”). Il rischio è spesso di non comprendere perché ci può essere utile imparare una data competenza e come potremo utilizzarla nel futuro. Nella complessità e nella continua novità di competenze di oggi, risulta sempre più efficace imparare applicando nel concreto e avvicinando il mondo dell’apprendere a quello del “fare”. 
  • Imparare da e con gli altri: la formazione in azienda è spesso percepita come un passaggio obbligato per acquisire nuove competenze. Un “subire la formazione” come processo passivo legato alla sfera individuale, che non richiede la relazione con gli altri. Questi modelli cosiddetti “monologici”, si stanno muovendo verso altri sempre più dialogici (aperti al dialogo) tra persona e azienda o addirittura trialogici, dove, chi riceve la formazione viene coinvolto nella progettazione e creazione della stessa.
  • Semplificare la formazione per rivoluzionarla: La tendenza dei modelli di formazione di oggi sembra essere quella di “aggiungere” sempre di più elementi, formati, contenuti e tecnologie per ingaggiare le persone ad imparare. Il rischio a cui le aziende si affacciano è quello di complicare l’esperienza dell’utente e di non rendere programmi e piani di sviluppo sostenibili nel lungo periodo. Semplificare l’esperienza di studio è uno dei trend della formazione di domani, verso un’innovazione migliorativa, prima ancora che rivoluzionaria.  
  • Innovare a partire dalla cultura: la vera innovazione della conoscenza non è solo tecnologica, ma un fattore culturale, di pratiche e di organizzazione. Sformare” la cultura per riformarla verso un modello aperto all’apprendimento continuo, alla curiosità e all’apertura verso il cambiamento, è un fattore fondamentale per essere in grado di orientarsi e selezionare che cosa è utile imparare e quando utilizzarlo.

Competenze “di base” per formare un nuovo modo di pensare

per il campione di aziende partecipanti al Simposio (ca. 200 organizzazioni internazionali), le competenze da formare in azienda riguardano:  

  • Skill relazionali: che non si riduce alla mera capacità di rapportarsi con gli altri, ma consente di connettere i punti, razionalizzare gli input e le competenze per saperle sfruttare al momento giusto.
  • Imparare ad imparare: se formarsi è diventato il need essenziale per sopravvivere è necessario acquisire un mindset orientato all’apprendimento continuo. 
  • Imparare a creare innovazione: imparare a fare qualcosa di nuovo,riuscendo a cogliere gli input e trasformarli in output di valore. 
  • Anticipazione: tutto quello che faremo vive nel futuro. Tutto è troppo veloce perché non ci venga spiegato come anticipare il futuro e saperlo sfruttare.
  • Gioco: il gioco è da sempre alla base dell’apprendimento per tutti i mammiferi. Dagli animali agli esseri umani creare relazioni giocose si configura come il miglior modello di apprendimento per definizione. 
  • Cambiamento: Non esiste innovazione senza cambiamento. Imparare a cambiare è l’elemento fondamentale non solo per sopravvivere ma anche per competere nel mercato. 
  • Gestione della complessità: Competenze per la risoluzione di situazioni complesse: Problem solving creativo, design dell’innovazione.
Qui l’intervista completa a Valentina De Matteo e Flaviano Celaschi

Quali sono i principi per innovare il futuro della formazione?

Il mondo della conoscenza è in una fase di trasformazione importante. Le regole del gioco non sono ancora state del tutto definite e l’intenzione è quella di coinvolgere una platea sempre più ampia di attori, affinché si riesca a rivoluzionare insieme il mondo della formazione, rendendola più democratica ed efficace per tutti, anche dopo la pandemia. 

Partendo dal Simposio stiamo costruendo un Manifesto che delinei una serie di principi per innovare la formazione e apra un dibattito per mettere a terra operativamente queste linee guida. 

Dall’impatto della pandemia sulla formazione in presenza e quella a distanza, all’interpretazione dei bisogni formativi delle organizzazioni oggi, al ruolo dei team come centro di innovazione e rigenerazione della conoscenza, fino alle best practice per avviare il proprio processo di innovazione della conoscenza: il Manifesto riscrive una “costituzione” della formazione che consenta di far tesoro delle lezioni apprese e aprire una finestra per l’innovazione della conoscenza.  

Future Design for knowledge innovation
I primi 4 punti del Manifesto

Conclusioni

Se il tema della formazione in azienda ti sta a cuore, a Lacerba lavoriamo per garantire un processo di crescita continuo della forza lavoro, unendo formazione on-demand e live, con un approccio sempre pratico e una tecnologia e-learning semplice ed intuitiva. Scopri di più alla pagina dedicata.

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Barbara Galiazzo

Veneta e grande amante del vino, mi piacciono i progetti a cui appassionarmi e Lacerba.io è decisamente uno di questi. In Lacerba.io sono Instructional Designer e mi occupo principalmente di identificare esigenze formative e/o trend di mercato e sviluppare con il Team programmi formativi efficaci, soprattutto per le aziende. Fuori dall’ufficio amo il teatro, viaggiare, chiacchierare e qualche volta mi improvviso pure sportiva.