Una retrospettiva su questo 2022
Oggi viviamo, all’interno delle organizzazioni, un piccolo “paradosso”: più la tecnologia entra nelle nostre vite, più aumenta il contributo delle macchine, degli algoritmi e dei dati, più la figura umana diventa fondamentale, a qualsiasi livello.
Un tempo si discuteva di operai alienati, anch’essi macchinari e parte di una catena di montaggio, piccoli ingranaggi ignari del disegno complessivo. Le tecnologie usate nelle fabbriche erano stabili, longeve, e permettevano a chi le aveva adottate di vivere lunghi periodi di crescita. La tecnologia nasceva, viveva e moriva a un ritmo simile a quello dei suoi inventori, e rimaneva chiusa in fabbrica.
Quelle che però, solo fino a qualche anno fa, erano tecnologie relegate a supercomputer nascosti da qualche parte al polo nord, ora le troviamo al nostro polso, sulle nostre scrivanie, nella nostra tasca o nelle nostre orecchie, come oggetti di uso comune.
Ai nostri giorni la tecnologia, nasce, cresce e si rinnova a un ritmo impressionante, ed è letteralmente per tutti. Per tale ragione essa non può più essere l’unico vantaggio competitivo sostenibile nel tempo.
È grazie a questa democratizzazione di accesso ai mezzi tecnologici che sono emersi nuovi concetti fondamentali, come quelli di vision, di leadership diffusa e di teal organizations. Ed è in questo contesto che le nostre risorse, dai manager fino ai blue collar, sono diventate tutte figure ugualmente centrali, non più solo parte di una linea di produzione, ma co-autori di un progetto comune a cui tutta l’organizzazione tende come squadra.
Il vero fattore di successo non è più disporre della tecnologia, ma essere capaci di sfruttare le tecnologie, di comprenderle e dominarle affinché siano risorse e strumenti capaci di migliorare le nostre vite, le vite delle persone.
E così, la classica domanda “quale tecnologia dovremmo adottare in futuro?” perde di rilevanza e diventa invece necessario chiedersi: come possiamo mettere le nostre risorse nelle condizioni migliori per generare innovazione e farci crescere?
La fine dell’anno non è solo il momento in cui si chiudono i registri contabili, ma una parentesi di riflessione su cosa si è fatto e quale è stato il contributo, nel nostro caso quello di Lacerba, all’ecosistema in cui siamo inseriti.
Il nostro 2022 è stato un anno impegnativo, colmo di sfide, ma anche di grandi soddisfazioni, dove insieme a partner illuminati abbiamo lavorato su diversi fronti per formare non solo professionisti migliori, ma anche persone più consapevoli, felici e realizzate nella propria vita privata e lavorativa.
È così che per esempio abbiamo collaborato con organizzazioni quali Accenture, Oliver James, Italiaonline, Kromin e UGO, alla realizzazione di sistemi innovativi di recruiting e di formazione, spesso attraverso l’ausilio, guarda caso, delle tecnologie che abbiamo sviluppato a Lacerba.
Progetti per dare soluzione ad una delle questioni più centrali per le aziende, quella di avere nuove risorse ready-to-work da inserire nel team, unendo formazione tecnica con competenze trasversali che permettessero ai nuovi assunti di rappresentare subito e nel tempo un vero valore aggiunto per gli employer.
Un approccio, questo, che sta rivoluzionando il mondo del lavoro.
E ancora, è con partner come Fastweb, Electrolux Professional, Casavo, l’Università Federico II di Napoli e altri, che abbiamo collaborato alla messa a terra di progetti di formazione custom.
Percorsi di upskilling e reskilling che, in una crescente visione condivisa sulla centralità delle risorse umane, non hanno avuto come unico target il management ma una pluralità di ruoli aziendali, da quelli amministrativi fino agli operai di linea.
Sempre con un’accezione inclusiva. Come nei progetti con Unicredit, Aruba, Blum e altri, con cui abbiamo lavorato per diffondere alle loro popolazioni il nostro catalogo, al fine di dare davvero a tutti la possibilità di soddisfare la propria voglia di crescere.
Progetti diversi tra loro, ma che guardano tutti alla medesima stella polare: quella di voler crescere con e attraverso il digitale, portando maggiore consapevolezza sulle potenzialità, e le insidie anche, del mondo che stiamo vivendo.
E mentre un capitolo si chiude, un altro si apre…
Il nostro 2023 è già iniziato: la vision rimane la stessa, ben salda, ma ancora una volta abbiamo imparato che ci sono diversi futuri davanti a noi, molteplici strade per proseguire sulla rotta.
Ed è così che stiamo già sperimentando nuovi mezzi e soluzioni per diffondere la scintilla della curiosità.
Come nel caso di Sirti, per cui stiamo realizzando un podcast sull’inclusività, o di Lundbeck, con cui stiamo lavorando alla progettazione di un percorso formativo che sarà dedicato al tema del benessere fisico e psicologico. Un lavoro che ci ha visto mobilitare professionisti da settori differenti e che è culminato nella realizzazione di una serie podcast dove porteremo alcuni degli atleti italiani più competitivi dei nostri tempi, affinché ci aiutino a scoprire quali sono i fattori mentali che ne hanno determinato il successo.
Tanti progetti, che non parlano solo a titolo di Lacerba e dei suoi obiettivi, ma che testimoniano una crescente consapevolezza di tutto il nostro ecosistema, in merito a quale sia oggi il ruolo e l’importanza delle risorse umane.
Ed è questa la strada che ci auguriamo di continuare a percorrere. Una strada che ispiri l’ecosistema in cui viviamo e che porti nel tempo chiunque a diventare protagonista dell’innovazione. Perché questo è il momento storico in cui viviamo: l’era delle persone al centro.