Competenze digitali per il settore agroalimentare. Ecco come abbiamo fatto
Indice
- Digitalizzazione per il territorio
- A chi è rivolto il progetto?
- Come è stato sviluppato il progetto?
- I temi del percorso
- La gamification
- La partecipazione al percorso
- Il futuro del progetto
- Contattaci per progetti simili
Digitalizzazione per il territorio
Da diversi anni collaboriamo con numerose camere di commercio per aiutarle nello sviluppo di progetti rivolti al territorio, con la finalità di fertilizzare le realtà locali italiane in merito a competenze digitali e di innovazione.
Lo facciamo mettendo a disposizione i nostri contenuti o producendo contenuti ad hoc che vengono poi distribuiti dalle piattaforme territoriali di questi enti.
Quando, dunque, Unioncamere ha lanciato l’iniziativa di un progetto volto a sviluppare e mettere a terra competenze digitali nell’ambito dell’innovazione della filiera agricola e agroalimentare, si è rivolta a Lacerba per capire come progettare un intervento efficace ed erogarlo in maniera strategica.
A chi era rivolto il progetto?
Il progetto inaugurato da Unioncamere e da Re.N.Is.A (Rete Nazionale Istituti Agrari), verteva su un ciclo sperimentale di formazione per gli istituti agrari italiani, a cui hanno aderito diverse classi da tutta Italia, come Biella, Cuneo, Grosseto, Roma, Cosenza, Cagliari, ha coinvolto 9 camere di commercio in tutto il territorio e oltre 260 studenti.
L’implementazione dell’iniziativa è stata poi curata da Dintec (Consorzio per l’innovazione tecnologica) insieme a noi di Lacerba e si è sviluppata sulla realizzazione di un percorso formativo in ambito innovazione e sostenibilità green nel settore agroalimentare.
Parlando di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, i temi erano assolutamente in accordo con quanto Lacerba porta avanti ormai da anni: la sfida in questo lavoro è stata quella di tarare i contenuti e le modalità di fruizione su un’audience che non è quella abituale della nostra scuola. Se infatti il nostro principale target di riferimento guarda a persone già inserite all’interno del mondo del lavoro, in questa occasione il nostro pubblico erano degli studenti delle scuole superiori.
Come è stato sviluppato il progetto
Uno dei primi passaggi è stato quello di lavorare per mettere insieme tanti soggetti diversi, partendo da Unioncamere, che si interfacciava con le camere di commercio, le quali si rapportavano poi con gli istituti agrari e a seguire con gli studenti. Era un giro lungo dove l’esigenza non era solo quella di mettere a terra i giusti contenuti, ma anche di disegnare un format che abilitasse una formazione efficace.
Un pubblico giovane è sempre molto esigente e catturare l’attenzione non è semplice in un’età in cui si studia e ci si impegna soprattutto quando siamo in grado di accendere la scintilla della passione e dell’interesse nel nostro interlocutore.
Quello che abbiamo fatto, anche grazie al supporto di Francesco Salvatore, uno dei nostri docenti più esperti in ambito di imprenditorialità e di sviluppo di idee di business, è stato quello di sfruttare tutti gli asset di Lacerba.
Abbiamo messo a disposizione di Dintec una academy privata (tramite la nostra tecnologia Skillsincloud), la quale sarà collegata ad una piattaforma più ampia principale, utilizzata per la certificazione delle competenze. All’interno dell’academy sono stati fatti convogliare sia i docenti, che avevano il compito di connettere le classi durante le lezioni in diretta, sia gli studenti, per permettere loro di rivedere le lezioni On-demand, una volta terminate.
Gli interventi live sono stati progettati da una parte per la massima interazione durante la diretta, e dall’altra affinché consentissero una facilità di post-produzione e di editing successivo, in modo da trasformarli in veri e propri corsi on-demand suddivisi in tante piccole pillole con cui gli studenti potessero trovare velocemente quello che gli interessava e rivederlo in un momento successivo.
Per tale scopo, le lezioni live sono state tenute con il docente connesso direttamente dai nostri studios, in modo da avere un’alta qualità audio-visiva e quindi avere poi ampio margine nella post-produzione.
I temi del percorso
Il percorso è stato strutturato in 1+4 eventi live, dove il primo è stato un incontro di presentazione del progetto. I quattro momenti formativi erano della durata di quattro ore ciascuno.
La finalità del progetto è stata quella di aiutare i ragazzi a sviluppare delle competenze utili per portare innovazione all’interno del settore agricolo, partendo da come trovare i problemi, fino alla formulazione di possibili soluzioni di business.
Per questo ogni evento è stato dedicato ad una fase specifica del ciclo d’innovazione, seguendo le linee guida dell’approccio Lean:
- Trovare problemi e definirli nello specifico
- Avere a disposizione tecniche per generare idee con cui risolvere tali problemi
- Passare dall’idea alla fattibilità: molte idee sono interessanti, ma bisogna essere in grado di capire se un’idea è sostenibile, se ha un futuro di business.
- Una volta appurata la sostenibilità, si è poi passati per la creazione di un modello di business e quindi a capire come questa idea si potesse articolare in una reale società o azienda.
L’aspetto della gamification
Dopo 4 ore di evento è molto difficile avere l’attenzione della platea: non solo nelle scuole, ma in qualsiasi contesto. Per tale ragione il nostro mantra in questo percorso è stato quello di avere sempre un approccio orientato alla partecipazione e alla gamification.
Poiché all’interno delle sessioni il docente si rivolgeva ai ragazzi attraverso una sola webcam e microfono per tutte le classi, era difficile che i ragazzi (oltre 200) potessero interagire a voce, in maniera diretta.
Abbiamo così deciso di adottare dei metodi alternativi. Al di là di una chat disponibile su un’app mobile che veniva gestita da un moderatore, l’intero percorso è stato progettato per avere un’interazione costante con gli studenti.
Ogni evento prevedeva infatti diversi momenti di quiz, per mettere i ragazzi e le ragazze in competizione e attivarli con meccanismi di incentivazione sociale, come la vittoria di vere e proprie gare di domande, da assegnare in base al numero delle risposte esatte ed alla velocità di risposta. Inoltre abbiamo creato dei case study e delle storie di business in cui i ragazzi dovevano suggerire potenziali evoluzioni a dei problemi che andavamo ad individuare.
Sebbene il contesto fosse quello del settore agro-alimentare, i concetti imprenditoriali e d’innovazione che abbiamo trattato si adattano bene (e proprio questo è il bello!) ad ogni situazione e scenario.
Per tale ragione i case study e le prove pratiche che abbiamo progettato erano sempre calate in situazioni con cui gli studenti potessero avere confidenza nel quotidiano. Un esercizio, ad esempio, era volto ad trovare soluzioni di ottimizzazione per organizzare il sabato sera con gli amici. Uno scenario in cui gli studenti potevano facilmente immedesimarsi, trovare problemi, generare idee e capirne la sostenibilità.
La partecipazione al percorso
Per noi si è trattato di un pubblico diverso, una sfida rispetto all’audience a cui siamo abituati. In tale situazione era fondamentale avere dei feedback costanti e non solo alla fine del percorso.
Abbiamo dunque cercato di ottimizzare il percorso di sessione in sessione, grazie al dialogo con i docenti e ai feedback degli studenti.
Attraverso queste review siamo giunti a sottrarre progressivamente tempo alla trattazione teorica (comunque approfondibile successivamente On-demand), per concentrarci maggiormente sulle cose più pratiche e divertenti.
La strategia ha dato i suoi frutti e anche alla fine delle quattro ore, durante l’ultimo quiz di ogni evento, abbiamo sempre registrato una partecipazione attiva di oltre il 75% dei partecipanti.
Il futuro del progetto
Il progetto è stato riconfermato per una nuova edizione e c’è l’intenzione di ripeterlo due volte l’anno.
Se oggi l’agroalimentare è un settore estremamente tecnologizzato, c’è però ancora bisogno di dare ai futuri imprenditori alcuni strumenti di innovazione trasversali. Non si tratta, infatti, di sola innovazione tecnica, di droni che rilevano le zone più secche dei campi e macchine irrigue più efficaci, ma anche di filiera di commercializzazione dei prodotti e molto altro.
C’è un grande bisogno, soprattutto in un ambito professionalizzante come gli istituti tecnici agrari, di dare spazio a nuove competenze legate all’imprenditorialità in ottica green e anche al digitale. Per tale ragione siamo felici che il progetto sia stato riconfermato e non vediamo l’ora di metterci a lavoro per offrire una formazione ancora più completa ed efficace.
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Edoardo Montesano
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