Growth Hacker: chi è e cosa fa

Growth Hacker: chi è e cosa fa
Indice
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- Che cosa è il Branded Content
- Che differenza c’è tra un contenuto brandizzato e la pubblicità
- Le diverse tipologie di Branded Content
- Vantaggi dei Branded Content
- 5 esempi di Branded Content di successo
Meglio noto come sviluppatore di crescita, il Growth Hacker è una nuova figura professionale nata negli Stati Uniti e oggi sempre più diffusa anche nel nostro Continente. Questa si occupa, per l’appunto, di ideare precise strategie di crescita per la propria azienda, facendo leva su budget contenuti motivo per cui è spesso chiamata ad operare in contesti giovani e dinamici come le Startup. Vediamo quindi chi è un Growth Hacker e cosa fa.
- Chi è il Growth Hacker: origine del nome
- Cosa fa il Growth Hacker
- Come diventare Growth Hacker
- Il growth hacking per il marketing: i vantaggi da conoscere
- Quanto guadagna un Growth Hacker?
Chi è il Growth Hacker: origine del nome
Il termine growth hacking è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis per definire un approccio al marketing non del tutto convenzionale. Quest’ultimo fa riferimento ad una strategia innovativa in grado di aiutare piccole aziende a crescere in breve tempo, impiegando metodi creativi e a basso costo. L’idea dell’imprenditore statunitense – al tempo importante punto di riferimento in Silicon Valley – era quella di plasmare una figura capace di progettare, implementare e dirigere delle strategie di marketing originali e perfette per aumentare le vendite delle varie imprese.
In particolare, nell’articolo “Find a Growth Hacker for your startup” pubblicato sul blog Startup Marketing, Ellis definì il Growth Hacker come “[…] a person whose true north is growth”, ovvero una persona il cui obiettivo è la crescita. Si tratta, quindi, di un professionista che si occupa da un lato di individuare le migliori digital strategy e dall’altro aumentare le conversioni senza sfruttare un budget particolarmente elevato.
Gli GH ottimizzano, quindi, le risorse disponibili compiendo una serie di esperimenti low-budget con il fine ultimo di trovare la linea più efficace per il proprio business. Per questo, il growth hacking si rivela un approccio perfetto per piccole realtà – come ad esempio le Startup – che necessitano di raggiungere ottimi risultati nel più breve tempo possibile.
Cosa fa il Growth Hacker
Chiarito che il Growth Hacker è un professionista che studia strategie di marketing per far crescere il business in tempi brevi, possiamo iniziare a capire quali sono le sue competenze e come queste vengono applicate day by day. Come prima cosa è bene definire che il GH è una figura con competenze trasversali, un esperto di marketing con ampie conoscenze all’interno del mondo del digital e della programmazione. Ecco perchè una buona parte delle attività da lui svolte si discostano da quelle di un classico marketer: il lavoro parte da una fase puramente creativa, passa per una strategica e approda nell’esecuzione pratica.
Proprio per questo, tra le tante competenze di un GH vi è anche la cura della User Experience e la progettazione di una campagna di marketing virale. Se l’obiettivo è crescere bisogna raggiungere il maggior numero di utenti, creando contenuti così tanto accattivanti da essere condivisi e, soprattutto, capaci di generare traffico. Ma non solo, un Growth Hacker che si rispetti è dotato di un forte spirito imprenditoriale e le sue scelte sono sempre guidate dall’analisi costante dei dati. Ad oggi, uno dei metodi più utilizzati da questi professionisti vede protagonista l’A/B test, ovvero un esperimento volto a capire come il pubblico reagisce al contenuto proposto.
Potremmo quindi riassumere dicendo che uno sviluppatore di crescita presenta competenze nelle seguenti aree:
- ottimizzazione SEO;
- content marketing;
- e-mail marketing;
- social marketing.
Come diventare Growth Hacker
Ad oggi sono sempre di più le aziende che ricercano un Growth Hackers in grado di progettare e coordinare business di successo, motivo per cui proprio nel 2022 questa professione è stata definita come il lavoro del futuro. Per diventare GH bisogna avere una solida conoscenza degli strumenti di digital marketing ed essere dotati di una discreta dose di creatività e, come appena spiegato, un forte spirito imprenditoriale.
Nonostante sia una disciplina relativamente nuova, sono diverse le piattaforme online che offrono corsi di formazione. Questi si rivelano particolarmente utili soprattutto per tutti coloro che mirano ad inserirsi nel mondo del lavoro con una professione in continua ascesa. Durante la formazione gli studenti hanno, quindi, modo di acquisire tutte le skills necessarie per dare vita in maniera autonoma alla propria attività lavorativa: dall’analisi delle metriche chiave del funnel AAARRR si passa allo studio del target e dei canali, fino ad arrivare alla realizzazione del processo di Experiment design.
Cosa importante è assicurarsi di ricevere un certificazione di fine e superamento corso. Questa, infatti, potrà essere inserita nel proprio CV e, di conseguenza, facilitare l’inserimento dello studente all’interno di un contesto aziendale.
Il growth hacking per il marketing: i vantaggi da conoscere
Implementare il growth hacking nel business plan di un’azienda offre importanti vantaggi competitivi. Avere un professionista che si occupa dell’analisi del processo di vendita e dell’ideazione di nuove strategie permette ai brand di individuare su quali aree del proprio business lavorare, ma anche su quali aspetti innovare per aumentare il tasso di crescita dell’azienda stessa.
Per spiegare quali sono i vantaggi che una buona strategia di growth hacking apporta, è bene partire dal funnel dei pirati, definito dall’imprenditore statunitense Dave McClure con l’acronimo AARRR. Questo framework non si limita a descrivere il processo di analisi tipico del GH ma permette di individuare le cinque metriche sulle quali lavorare per avere un business di successo online. Queste sono riassunte in:
- acquisition: in questa prima fase l’obiettivo è attirare l’interesse di potenziali clienti attraverso strategie di marketing che permettono all’utente di entrare in contatto con il servizio o prodotto offerto dall’azienda;
- activation: è la fase di conversione dell’utente in cliente. Una volta ottenuto traffico è necessario attivare i lead acquisiti e portarli a compiere l’azione voluta;
- retention: qui l’obiettivo è fidelizzare il cliente e fare in modo che continui a mantenere un rapporto con l’azienda anche dopo l’acquisto
- referral: nella quarta fase si cerca di trasformare i clienti in promoter, convincendo gli utenti a parlare bene del brand sfruttando così la loro rete di contatti per crescere;
- revenue: questa è la fase più importante per il business ed è quella del guadagno. Generare profitto è l’obiettivo ultimo ma per raggiungerlo è necessario ottimizzare le fasi precedenti.
Oltre a queste prime cinque fasi, negli ultimi anni è stata aggiunta al modello originale la fase di Awareness, che corrisponde al momento in cui l’utente entra in contatto per la prima volta con l’azienda. In generale, il funnel (A)AARRR descrive il customer journey permettendo ai brand di individuare su quali aree marketing lavorare con il fine ultimo di costruire un business veloce, efficiente e soprattutto durevole.
Il Growth Hacker rappresenta quindi una risorsa fondamentale tanto per le giovani Startup, che necessitano di una struttura solida sulla quale fondare il proprio business, quanto per le imprese più consolidate che necessitano di avviare un processo di svecchiamento per aumentare le conversioni.
Quanto guadagna un Growth Hacker?
Prima di concludere è bene affrontare la domanda più interessante: quanto guadagna mediamente un Growth Hacker?
Come prima cosa è opportuno evidenziare che lo stipendio di un GH varia in base all’esperienza dello stesso e, soprattutto, dall’azienda e Paese in cui si opera. Ad esempio, uno sviluppatore di crescita che avvia una collaborazione in una multinazionale negli Stati Uniti guadagnerà tra gli 80.000$ e i 100.000$ all’anno. Parliamo, però, del mercato in cui questa figura professionale è nata ed è, di conseguenza, maggiormente conosciuta. Al contrario, nei Paesi di matrice europea il GH è ancora poco diffuso e, proprio per questo, lo stipendio medio annuo oscilla tra i 25.000€ e i 45.000€.
Arturo Giampieri
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