Blog
  • SCOPRI I CORSI LACERBA
  • CATEGORIE
    • Creare business
    • Fare carriera nel digitale
Blog
  • SCOPRI I CORSI LACERBA
  • CATEGORIE
    • Creare business
    • Fare carriera nel digitale
Autore

Edoardo Montesano

Edoardo Montesano

Credo che una comunicazione efficace sia possibile solo se alla base ci sono dei valori forti e condivisi da tutti. A Lacerba mi occupo proprio di questo, trasmettere quello in cui crediamo e rendere partecipi le persone. Nel tempo libero mi piace allenarmi nel mio garage, fare lunghe passeggiate col cane o leggermi un bel libro.

Fare carriera nel digitale

Formula 1 e lezioni di Team Management

by Edoardo Montesano 19 Giugno 2020
by Edoardo Montesano

Lezioni di Team Management che ho appreso dalla serie Netflix F1: Drive to Survive. Scopriamole in questo articolo.

Non mi piace la Formula 1, mai seguita.

Credo però che le grandi opere, letterarie, cinematografiche o televisive, possono essere definite tali quando riescono ad uscire dal loro genere: i batman di Nolan non sono solo dei film su di un supereroe, il Signore degli Anelli non è solo un film fantasy e F1: DRIVE TO SURVIVE non è solo un documentario sulla Formula 1. 

Non penso di essere l’unico a dirlo, ma Netflix negli ultimi anni ha portato il genere dei documentari ad un altro livello, dalla cucina, allo sport, fino al reportage, questo format è diventato uno dei cavalli di battaglia del servizio di streaming più famoso al mondo ed F1: DRIVE TO SURVIVE, entra a pieno diritto tra i titoli più belli e intriganti che ho visto su questa piattaforma. 

Nello specifico stiamo parlando di una docuserie, dove ogni stagione si espande per l’intera durata del Gran Prix (ad oggi campionato 2018 – 2019 e 2020 in produzione, Covid permettendo) e dove ogni episodio è focalizzato su una delle scuderie concorrenti o su di un certo personaggio all’interno di quella scuderia. 

Durante la prima stagione i team che hanno firmato il contratto con Netflix erano quelli più piccoli, che possiamo definire un pò come delle “startup della F1” per la loro propensione a mettersi in gioco e alla sperimentazione. 

La Formula 1 è un ambiente brutale, dove può succedere che un ragazzino di 19 anni pianga a dirotto dentro una macchina sparata a 350 km orari, perché sa che le sue performance stanno calando a causa delle pressioni spaventose che ha da parte della scuderia e dei media. 

Per questa ragione è facile intuire che molti team potevano avere delle serie riserve a consentire ad una squadra di cameramen di seguirli giorno e notte e in qualsiasi situazione, come avviene nella serie.  Poi la prima stagione è uscita, è stata un gran successo e allora sono saltati a bordo anche i big, Mercedes Petronas, Ferrari, McLaren…ecc, certi ormai della riuscita del format. 

Cosa ho capito della Formula 1 grazie a questa serie? 

Prendiamo ad esempio i più vincenti di tutti: Mercedes Petronas. 

Si tratta di un team itinerante di 1500 persone, che ha un solo obiettivo: “Let’s crush them” come dice il loro team principal Toto Wolff. 

Se ci concentriamo su questo caso, il più lampante ma è valido per tutti, è facile comprendere come in Formula 1 ogni scuderia è un’impresa che lavora alla realizzazione di un prodotto il più performante possibile, in un ambiente di estrema incertezza, con una pressione psico-fisica enorme e dove l’ottimizzazione dei processi è la chiave del successo. 

Il pilota in questo sport ha un duplice ruolo: egli è infatti contemporaneamente prodotto e membro del team. Nel suo ruolo di prodotto il pilota diventa interamente assimilabile all’auto che guida, un tutt’uno, e il compito della squadra è quello di consentirgli di arrivare al giorno della gara nella migliore condizione possibile. 

Come membro del team egli riveste invece il ruolo del prototyper: ogni gara è un test da cui si possono dedurre dei dati e il suo compito è quello di spingere al massimo il mezzo e riportare i dati qualitativi, quali il feeling con l’auto e con le ultime modifiche apportate. Sì, non lo sapevo, ma la macchina è un prodotto vivo, che viene modificato e ottimizzato ad ogni gara. 

Durante la serie, infatti, si vedono spesso questi meeting interminabili dove analisti, meccanici, team principal e piloti, riguardano la gara precedente, analizzano grafici illeggibili, condividono le loro impressioni e si scambiano idee. 

Quali lezioni possiamo portarci a casa dalla Formula 1?

La serie è popolata di personaggi interessanti, carismatici, divertenti e drammatici, ma per questo articolo e per le sue finalità proseguirò nell’utilizzare l’esempio di Mercedes Petronas. 

Perché? Sono i migliori. Vediamo che hanno da insegnarci.

La Leadership come processo a cascata

La leadership come processo a cascata
Niki, Lewis & Toto

Qualche anno fa Mercedes era una squadra relegata agli ultimi posti in classifica, finché non ha intrapreso un drastico cambio di direzione che le ha consentito di vincere la bellezza di sei Gran Prix consecutivi. Questo inversione di marcia aveva un nome e si chiamava Niki Lauda. 

Anche io che so poco o nulla di Formula 1 conosco ovviamente il personaggio, che al pari delle grandi opere, era di una portata tale da spiccare al di fuori del contesto in cui era inserito. Larger than life come dicono gli americani, un termine che mi piace molto. 

L’arrivo di Niki innesca inevitabilmente un processo a cascata che ha come conseguenza quella di attirare a sé altre figure speciali, fuori dall’ordinario. 

Prima tra tutte Lewis Hamilton, considerato oggi il miglior pilota di sempre, nella serie dichiara senza mezzi termini: “Se Niki non mi avesse chiamato personalmente, non sarei venuto in Mercedes”. 

Secondo, ma non per importanza, Toto Wolff, tutt’ora il Team Principal di Mercedes. Toto è un autentico squalo, con le mani in pasta dappertutto, un fiuto incredibile e delle doti da leader eccezionali, che gli consentono di comprendere quali sono le persone migliori di cui circondarsi a sua volta. 

La leadership, come insegnamo anche nella nostra Mind Hacking Academy, ha un ruolo fondamentale, perché attira a sua a volta altra leadership ed espande la sua influenza sul resto del team, che migliora e cresce come risposta adattiva alla sua forza trascinante. 

La responsabilità condivisa – We win and we lose together

strategie di team management
Mercedes ai pit stop

Durante uno degli episodi Mercedes affronta una gara disastrosa, Lewis viene speronato ed è costretto a fermarsi ai pit stop, d’urgenza e in un momento che non era stato previsto dal resto della squadra. In genere, e come ho imparato sempre nella serie, il tempo di sosta medio ai box in Formula 1 è di 1,5 sec, ma in quel caso ci impiegano la bellezza di 57 secondi a rimettere la macchina in pista. Una gara da dimenticare. 

Una cosa che mi è piaciuta molto dopo questo insuccesso è il commento di Toto “Lavoreremo insieme per capire cos’è andato storto, non ce la prendiamo con nessuno del team perché in questa azienda abbiamo una politica di responsabilità condivisa”. Te l’ho parafrasata un pò, ma la solfa era questa.

A Lacerba non siamo 1500, ma crediamo nello stesso approccio, dove ogni membro del team è empowered dal fatto che è parte integrante di tutti i processi decisionali che vengono presi e ha una visione in tempo reale di come sta performando l’azienda – We win and we lose together.  (se ti interessa saperne di più di come organizziamo il nostro lavoro ne ho parlato nel dettaglio in un altro articolo, sempre su questo blog.)

Le persone prima dei processi

il team è la vera forza
Foto di gruppo, con Toto che tiene fra le mani il cappellino di Niki, defunto recentemente.

In ambito Digital sento spesso parlare di ottimizzazioni dei processi, ma si dimentica volentieri le persone, o più che altro le si da per scontate. In Formula 1 l’ottimizzazione dei processi è fondamentale, tutto è un ingranaggio perfettamente oleato che deve performare al meglio, in frazioni di secondo. Ma come ci riescono? 

Il team, il team è tutto: preparato, formato, responsabilizzato e partecipe.

I corsi che ti consigliamo

Se ti intera la gestione aziendale, la leadership e l’organizzazione del team ti consiglio di visitare la Mind Hacking Academy, la nuova area sul sito di Lacerba pensata per affrontare il cambiamento e guidare la tua azienda verso la Digital Transformation. All’interno troverai corsi Leadership Adattiva, future studies e molto altro.

19 Giugno 2020 0 commenti
2 FacebookLinkedinEmail
Fare carriera nel digitale

Outbound Marketing e Inbound Marketing: cosa sono nella pratica

by Edoardo Montesano 8 Giugno 2020
by Edoardo Montesano

Scopri cosa sono Outbound e Inbound Marketing attraverso un case study pratico.

corsi online per aziende

INDICE

  • Cosa sono Outbound e Inbound Marketing
  • L’obiettivo di campagna
  • Storyline e contenuto cardine
  • La storia deve proseguire
  • Il Chatbot: un elemento chiave
  • Un’immagine coordinata
  • Flash Sale: la fine della promozione
  • I corsi che ti consigliamo

A Lacerba adoriamo Halloween.  

Si tratta di quel momento dell’anno in cui ci divertiamo a sperimentare e a dare sfogo alla nostra creatività per sorprendere i nostri utenti con dei contenuti fuori dall’ordinario.  L’effetto che ricerchiamo è “Aspetta, ma è Lacerba questa?”. Un’altra cosa che ci piace molto è mettere subito le cose in pratica e andare al nocciolo della questione senza tanti giri pindarici.  Ecco perché in questo articolo voglio fondere divertimento e pratica per spiegarti cosa sono Inbound e Outbound Marketing, ripercorrendo step by step una delle nostre campagne di Marketing di Halloween. 

Quindi breve premessa teorica, via il dente via il dolore, e si parte. 

Cosa sono Inbound Marketing e Outbound Marketing? 

Contenuto paid vs contenuto non paid

Una prima distinzione che possiamo fare tra Outbound e Inbound Marketing è che il primo comporta un costo, ossia stiamo pagando un terzo per essere presenti nel suo spazio. Per spazio si intende i social come Facebook e Instagram, ma anche i cartelloni pubblicitari che vediamo in tangenziale mentre passiamo in macchina. 

Nel secondo caso, l’Inbound, i contenuti che produciamo sono destinati a spazi di cui noi siamo proprietari e per cui non paghiamo. Può essere il nostro blog, la nostra pagina Facebook, oppure la vetrina del tuo negozio. 

Interrompere vs attrarre

Un’altra distinzione che possiamo fare è che l’Outbound Marketing fa riferimento a quel tipo di attività promozionale più tradizionale, volta ad interrompere l’utente durante lo svolgimento delle sue attività quotidiane. Può essere la pubblicità in tv, le sponsorizzate sui social o la telefonata del call center. Attenzione, quando mi riferisco al fatto che è un metodo tradizionale, non significa che sia in disuso, anzi! Tu quante pubblicità vedi ogni giorno mentre navighi sui social?

L’Inbound Marketing è più recente invece, ed è figlio del paradigma dominante del Marketing moderno: Content is the King. Le aziende oggi cercano di intrattenere sempre di più il cliente, di divertirlo e di informarlo mettendo a disposizione la loro expertise. Con l’Inbound Marketing noi non andiamo più a cercare il nostro utente, ma facciamo in modo che sia lui a venire da noi. 

Supponiamo che ti interessi di Marketing, volevi chiarirti le idee sui concetti di Outbound e Inbound Marketing e attraverso le tue ricerche sei atterrato su questo articolo. Supponiamo adesso che questo articolo ti sia piaciuto molto -paraculata lo so- che gli metti un like e lo commenti positivamente. Nel momento in cui deciderai di fare lo step successivo, quello di passare dall’essere interessato alla materia a volerti formare effettivamente, è molto probabile che la tua mente farà questo tipo di associazione: Marketing – Formazione – Lacerba. Se così sarà, avrò fatto un buon lavoro di Inbound Marketing! 

Ma la cosa più importante che devi ricordarti, e qui chiudiamo con la premessa teorica, è che Outbound e Inbound non si escludono a vicenda e anzi, sono tanto più efficaci quanto più lavorano sinergicamente! Passiamo alla pratica e vediamo come. 

Se ti appassiona il Marketing e vuoi approfondire altri aspetti teorici ti consiglio anche l’articolo del mio collega “LE 4P DEL MARKETING MIX” sempre su questo blog.

L’obiettivo di campagna

L’obiettivo della nostra campagna di Halloween era testare l’Engagement dell’audience di Lacerba e la loro propensione all’acquisto d’impulso. Per questa ragione abbiamo deciso di creare una campagna di Marketing interamente basata sui Social. In questo caso possiamo distinguere la nostra pagina aziendale su Facebook e Instagram come il canale Inbound, mentre le campagne pubblicitarie a pagamento, sugli stessi social, come il canale Outbound.

Il punto d’arrivo della campagna era una flash sale, ovvero uno sconto allettante per un periodo di tempo molto limitato.  Nei giorni che precedevano la flash sale bisognava dunque generare maggiore traffico sui nostri canali social, catturare l’attenzione delle persone e far capire che stava per succedere qualcosa, senza spoilerare nulla. 

Non abbiamo mai detto “Ehi, stai in campana che fra poco scontiamo tutti i corsi”. 

Storyline e contenuto cardine

La creatività principale di Halloween

Visto il video?

Questo era il contenuto cardine con cui abbiamo aperto la campagna. Una creatività abbastanza elaborata e time consuming da produrre, ma è necessario un contenuto fuori dall’ordinario per distinguersi e restare nella mente delle persone.  Lo scopo di questo video era fare awareness, far capire che stava succedendo qualcosa, senza svelare troppo. Una volta realizzato il video l’abbiamo postato sulle nostre pagine, quindi canale Inbound, e atteso un paio di giorni che esaurisse la sua portata organica. 

Il secondo step è stato riprendere lo stesso post e farne un contenuto sponsorizzato, canale Outbound, da far girare con una frequenza abbastanza alta su un’audience che comprendeva tutte le persone che conoscevano già Lacerba e la tipologia di prodotti che vende. 

Ecco dove entra in gioco la sinergia tra Inbound e Outbound Marketing! In una strategia del genere, basata sulla viralità del contenuto, non potevamo lasciare le cose al caso, o meglio, all’algoritmo di Facebook. Dovevamo essere certi che il maggior numero di persone nel nostro target vedesse il contenuto.  Inoltre, piccola nota tecnica di Facebook Ads, se un contenuto ha già girato molto bene a livello organico è facile che venga premiato maggiormente da Facebook quando verrà sponsorizzato. 

La storia deve proseguire

Social Media Strategy
La storia deve continuare

La tua strategia è partita, hai destato l’interesse nelle persone che ti seguono, ma non puoi permetterti di lasciare la cosa a se stessa. La devi curare, produrre altri contenuti e mantenere alta l’attenzione, altrimenti ti dimenticheranno.  Nel nostro caso la storyline era tanto assurda quanto semplice: una zucca malefica infesta i nostri studios e nella notte, quando il nostro collega chiude l’ufficio nel video che hai visto prima, prende il controllo di Lacerba. 

A questo punto era libero spazio alla creatività: ci siamo divertiti a giocare sul nonsense e tutti i membri del team hanno contribuito a realizzare dei post capaci di strappare un sorriso alle persone che ci seguivano. Anche in questo caso i post che avevano avuto maggiore successo in Inbound venivano ripresi nelle sponsorizzate per fare retargeting su chi aveva visto il video iniziale. 

Il Chatbot: un elemento chiave della strategia

Manca ancora un elemento, l’Engagement, che come ti dicevo all’inizio era una delle colonne portanti della nostra strategia. 

Per questa campagna ci siamo affidati ad un Facebook Messenger Chatbot: ogni post della zucca aveva infatti una CTA: “commenta con l’emoticon della zucca per restare aggiornato sul mio piano malefico” e quando la persona commentava con l’emoticon iniziava automaticamente una conversazione con il nostro Chatbot sulla pagina Facebook di Lacerba. 

La funzione del Chatbot era quella di aggiornare l’utente e farlo sentire parte di un gruppo elitario. Iniziando una conversazione con la Zucca, infatti, si prendeva parte ad una cerchia ristretta che aveva accesso a più informazioni su cosa stava succedendo, rispetto al resto del pubblico.

Il Chatbot è stato un elemento importante: quando la tua campagna di Marketing è interamente basata sui social è fondamentale tenere le persone il più possibile sul quel canale e farle interagire affinché  l’algoritmo riconosca il valore dei tuoi contenuti e li premi, aumentandone la visibilità. 

Un’immagine coordinata

Un’immagine coordinata aiuta la tua narrativa e serve a far sì che la sinergia tra Outbound e Inbound funzioni al meglio. Per tutto il periodo della promozione Lacerba ha subito dei cambiamenti, nella grafica del sito, nelle mail inviate, nell’immagine profilo dei canali social…ecc. Benché la storia era assurda doveva sembrare vera perché funzionasse davvero: Lacerba non era più la scuola online come la conosciamo noi e i nostri utenti. Era diventata una creatura della Zucca malefica. 

Flash Sale – La fine della Promozione

Inbound e Outbound Marketing
Uno degli ultimi post della promozione.

Il 31 di ottobre, la Zucca “ha hackerato” i sistemi di Lacerba e per alcune ore tutti i nostri corsi sono stati in sconto del 50%, prima che riuscissimo a riprendere il controllo dei nostri studios e scacciare lo spirito maligno. Quel giorno abbiamo battuto il record di utenti attivi sul nostro sito e di fatturato, in 24h, solo per poi batterlo nuovamente qualche mese dopo con un’altra promozione. Sperimentando si impara. 

Marketing Strategy success
Questo contenuto non è sponsorizzato da Birra Moretti 🙂

Durante la flash sale l’intero team è stato impegnato nell’assistenza al cliente, sempre impersonando la Zucca: una settimana impegnativa che si è conclusa con un giorno di fuoco, ma abbiamo imparato molto, ha funzionato e soprattutto, ci siamo divertiti. 

I corsi che ti consigliamo

Avere una visione completa su Digital Marketing non è semplice. Se desideri sviluppare un approccio che sia davvero strategico scopri il nostro Executive Master in Digital Marketing Strategy, certificato a livello universitario e applica per una delle borse di studio a disposizione.

Digital Marketing Strategist – Executive Master

Inoltre, non perderti la presentazione ufficiale della IV edizione, in cui presenteremo i partner, il programma e tutte le ultime novità relative all’ultima edizione del Master. La partecipazione alla diretta è del tutto gratuita, basta iscriversi sulla nostra pagina eventi:

Presentazione Live | Executive Master IV Edizione

8 Giugno 2020 0 commenti
1 FacebookLinkedinEmail
Fare carriera nel digitale

Meglio Marketing Specialist o Marketing Strategist?

by Edoardo Montesano 13 Maggio 2020
by Edoardo Montesano

Chi sono e cosa fanno i Marketing Specialist e i Marketing Strategist e qual è il loro ruolo in azienda.

Non è semplice affrontare un argomento che appare chiaro sulla carta, ma che presenta nella realtà di tante aziende diverse sfumature e interpretazioni pratiche. Ho deciso quindi che l’approccio migliore potesse essere quello di descriverti non solo chi dovrebbero essere i Marketing Specialist e chi invece i Marketing Strategist, ma anche di “calarti” nella realtà di Lacerba per dartene una visione più concreta. Questo spero ti aiuterà a comprendere meglio se e quale di queste strade possa rappresentare per te una valida opzione di carriera.

Ecco dunque il filo logico con cui procederemo, e ricordati, se questo contenuto ti sarà utile fammelo sapere con un like o, meglio ancora, un commento. 

  • Chi sono il Marketing Specialist e il Marketing Strategist?
  • Dove è più funzionale una figura piuttosto che l’altra?
  • Come lavora il Marketing a Lacerba
  • Il Team Marketing di Lacerba
  • Conclusioni e cosa ti consigliamo

Chi sono il Marketing Specialist e il Marketing Strategist?

I Marketing Specialist, come i SEO specialist, i SEM expert o il Social Media analyst sono figure altamente verticalizzate su un ambito molto specifico del marketing. Lavorano spesso a stretto contatto con i dati e sono specializzati nel prendere decisioni operative legate al loro ambito di competenza. Durante la loro carriera, oltre ad aggiornarsi continuamente sul canale presidiato, accumulano l’esperienza e la “malizia” che li rendono in grado di ottimizzare sempre meglio il proprio lavoro specifico.

Il Marketing Strategist di contro è una figura che riunisce più competenze diverse: in questo ambito si parla spesso di formazione a T, ovvero quei Marketers che possiedono una buona esperienza su una o due aree specifiche, ma che abbinano a questo delle nozioni più generali su differenti aspetti. Questa caratteristica li rende in grado di avere una visione strategica a 360°, coordinando e integrando i diversi canali. Ovviamente, il fatto di non focalizzarsi su specifiche aree li rende tecnicamente meno forti dei singoli specialist nelle loro materie, ma dall’altro lato della medaglia, conferisce loro una maggiore capacità di comprensione del perché, oltre del come, manovrare le leve a propria disposizione. In generale il Marketing Strategist, in aziende particolarmente strutturate, riveste quindi una funzione di coordinamento del team ed è responsabile per la messa in atto, il monitoraggio e l’analisi dell’intera strategia di Marketing.
Ma questa non è l’unica applicazione di questo ruolo, come vedremo tra poco. 

Dov’è più funzionale una figura piuttosto che l’altra?

La transizione da Marketing tradizionale a Digital Marketing in tutte le sue sottobranche ha portato inizialmente ad un’estrema specializzazione dei ruoli. In questo contesto i Marketing Specialist sono diventati figure essenziali e altamente ricercate principalmente nell’ambito consulenziale, dove, grazie alle loro competenze altamente verticali, riescono a venire incontro alle richieste specifiche del cliente. 

Il Marketing Strategist trova anch’esso spazio nel mondo della consulenza e non solo, come figura dirigenziale, ma specie nel panorama italiano che è costituito principalmente di piccole e medie imprese, costituisce una bellissima opzione di carriera per tutte quelle persone che vogliono lavorare anche a stretto contatto con il prodotto.

Non è infatti inusuale che in molte aziende questa figura ricopra, piuttosto che il ruolo di coordinatore, quello di One Band Man: molte imprese infatti non possono permettersi di sostenere i costi di un intero team di Specialist o di pagare un’agenzia di consulenza e preferiscono dunque assumere una figura strategica, che abbia una visione più ampia e che sia in grado di seguire tutti gli aspetti della strategia di Marketing di un business. Questo non permetterà loro di presidiare al massimo tutti i singoli canali, ma d’altro canto:

  • Renderà l’azienda in grado di testare più strade di vendita per trovare quella ottimale.
  • In caso di crescita, getterà le basi di un futuro team dedicato, dove gli specialist verranno selezionati in risposta a ciò che è stato dimostrato possa davvero essere utile all’azienda.

Ma veniamo a un caso reale. Come sai lavoro per Lacerba, una Startup innovativa. Nel resto di questo articolo ti racconterò di come organizziamo il nostro lavoro all’interno del team Marketing, quali sono i nostri ruoli e le competenze che abbiamo.  Ovviamente l’esperienza che ti riporto è relativa a una realtà piccola e dinamica. Se il tuo obiettivo è quello di diventare Marketing Specialist o Strategist per affacciarti al mondo della consulenza o di grandi aziende strutturate, mi sembra giusto avvertirti che non troverai input diretti in questo senso. Ti invito però a proseguire comunque nella lettura, per capire un punto di vista differente. 

Se invece ti affascina lavorare a stretto contatto con il prodotto e seguirlo lungo tutto il suo ciclo di vita, allora a maggior ragione…seguimi! 

Come lavora il Marketing a Lacerba

Alla base di come impostiamo il nostro lavoro a Lacerba ci sono due elementi fondamentali: 

Il primo è una strategia generale condivisa, che non riguarda solamente il team marketing, ma tutti i membri dell’organizzazione, dai programmatori fino al videomaker. Questa è la conditio sine qua non per poter integrare delle figure strategiche nel team.  Chiunque a Lacerba ha accesso all’Admin della piattaforma, attraverso cui può visionare tutti i KPI che per noi sono più importanti, come il numero di nuovi iscritti, i top corsi per iscrizioni, la percentuale di completamento delle lezioni o il fatturato generato.  Come se non bastasse tutti i membri del team ricevono una notifica email ogni volta che viene effettuato un nuovo acquisto. 

Questo approccio serve a far sì che ogni membro del team abbia il polso della situazione: se stiamo affrontando un momento difficile, può e deve essere consapevole della situazione. Se, al contrario, le cose vanno bene, ne siamo tutti egualmente responsabili e si esulta insieme. 

La Dashboard da Admin di Lacerba

Il secondo elemento è una gerarchia orizzontale in cui tutti partecipano al lavoro di tutti, aiutandosi a vicenda, ma al contempo ognuno è responsabile, o “Owner”, di una specifica area. Questa tipologia di organizzazione del lavoro snellisce i processi e il decision making e ha una funzione di empowerment per i membri del team, che vivono il proprio lavoro come un loro progetto personale in cui ingaggiarsi. 

Se ti interessa scoprire anche come viene messo in atto tutto il comparto strategico di Lacerba ti consiglio anche di leggere l’articolo del mio collega STARTUPSERIES 2 Le 4P del Marketing Mix di Lacerba.

Il Team Marketing di Lacerba

Il nostro team marketing si compone al momento di tre elementi full-time, che ricalcano appunto le caratteristiche del Digital Marketing Strategist: ci approcciamo al lavoro con un mindset aperto e adattivo, sappiamo mettere le mani su tutti gli aspetti fondamentali del marketing, ma nel tempo ci siamo progressivamente verticalizzati su determinati aspetti, quelli che rispecchiano meglio le nostre inclinazioni, talenti e in cui in ultima analisi performiamo meglio. 

Alex

Outbound Marketing Strategist

È stato il primo marketer ad entrare in Lacerba e durante gli early days della nostra azienda ricopriva proprio quel ruolo One Band Strategist di cui ti parlavo prima. Ad oggi si occupa principalmente di tutta la parte che concerne l’Outbound Marketing, ma non solo. A Lacerba è responsabile dell’implementazione di funnel strategici, cura le nostre campagne pubblicitarie sui canali social, ha ottimizzato il processo di assistenza agli studenti e gestisce tutta la parte di Email Marketing Automation. 

Edo 

Inbound Marketing Strategist

Sono stato il secondo ad entrare nel team marketing di Lacerba per affiancare Alex. Ho iniziato da dove partono molti marketers: produzione di contenuti e copy. Ad oggi sono responsabile di tutto ciò che concerne l’Inbound Marketing: dal Tone of Voice di Lacerba, alla produzione di contenuti sui nostri principali canali, come il blog su cui ti trovi ora, i profili social e il canale YouTube, fino all’analisi e scrittura SEO per le Landing page del sito. Inoltre curo tutta la parte di Direct Email Marketing, come newsletter e le email commerciali. 

Marco

Performance Marketing Strategist

Terzo in ordine cronologico è arrivato per supplire alle principali lacune mie e di Alex, con la sua confidenza con strumenti quali WordPress, Bootstrap e Adobe Illustrator. Ad oggi è responsabile di tutta la parte tecnica del nostro blog e nello specifico segue il nostro Executive Master in Digital Marketing Strategy, accompagnando l’utente lungo tutto il suo Customer Journey. Dopo che avete cliccato una Ad di Lacerba o un link sulla nostra pagina social, siete nelle sue mani. 

La suddivisione di queste ownership non comporta però, come ti dicevo prima, che ognuno lavora blindato solo sugli aspetti che lo riguardano in prima battuta. All’occorrenza siamo tutti in grado di scambiarci i ruoli e non è inusuale che Alex mandi una Dem al posto mio, io prenda una call dell’Executive Master e che Marco si occupi di una campagna Facebook al posto di Alex. Ci aiutiamo e ci interpoliamo a vicenda, ma quando ci muoviamo nell’ambito di responsabilità del collega seguiamo le linee guida che egli ha tracciato. 

Conclusioni e cosa ti consigliamo

Spero che questo articolo possa esserti stato d’aiuto per avere una visione più chiara di chi sono e cosa fanno il Marketing Specialist e il Marketing Strategist. Ovviamente queste definizioni sono molto sulla carta e conosco Marketing Specialist che hanno una visione estremamente strategica, come Marketing Strategist che invece sono molto focalizzati su un solo aspetto. 

Nell’articolo mi sono concentrati principalmente sulla figura del Digital Strategist perché è quella che più mi appartiene ed è l’approccio in cui crediamo a Lacerba.  Se ti interessi di Marketing e magari ambisci a lavorare o specializzarti in questo settore visita la pagina del nostro Master universitario per diventare Digital Marketing Strategist e richiedi maggiori informazioni, ti risponderà Marco, o io, o Alex. 🙂

13 Maggio 2020 0 commenti
5 FacebookLinkedinEmail
Creare business

Cos’è e come si sviluppa un Minimum Viable Product?

by Edoardo Montesano 8 Marzo 2020
by Edoardo Montesano
La storia di come abbiamo sviluppato il nostro primo Minimum Viable Product con l’approccio Lean.
Continua a Leggere
8 Marzo 2020 0 commenti
4 FacebookLinkedinEmail

TAG 1

Manager Startupper

TAG 2

business human skills marketing programmazione

Social Networks

Facebook Instagram Linkedin Youtube

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato con le novità dal blog di Lacerba.io

  • Facebook
  • Instagram
  • Linkedin
  • Youtube
  • Email

@2020 - All Right Reserved. Developed by Lacerba.io